La mia Venezia
Ogni volta che scendo le scale della stazione, secondo rito di passaggio dopo il ponte della Libertà, si rinnova la stessa meravigliosa, intrigante e ardente sensazione: quanto vorrei conoscere questa città, quanto vorrei che lei conoscesse me. Da parte mia abbasso ogni difesa, spogliando la mia anima mentre lei, languida, riesce sempre sfuggirmi.
Sì, sfuggente mi fa assaporare la sua bellezza, abbraccia la mia anima inebriandomi e lasciandosi appena sfiorare. È così anche sulla via del ritorno, al momento dei saluti, un malinconico arrivederci tra due entità distanti che per qualche ora hanno trovato un modo per sentirsi vicine.
Io non riesco descrivere Venezia ma la vivo.
Non sono l’unico e questo mi consola. Charles Dickens a tal proposito diceva:
“Non mi è mai successo prima di aver paura di descrivere quanto mi è capitato di vedere. Ma nel dirti che cos’è Venezia, ebbene, sento che mi è impossibile. […]
Non vi è nulla che mi abbia colpito in vita mia come Venezia. È la meraviglia del mondo. Un dannato antico posto da sogno, stupendo, immateriale, impossibile, perverso, irreale. Vi sono arrivato di sera, e la sensazione di quella sera e della luminosa mattina successiva è ormai parte di me per il resto della mia esistenza. […] Venezia è stata un tale splendido sogno che non riesco mai a parlarne, sentendomi del tutto incapace di descriverne l’impatto sulla mia mente.”
Il mare è elemento distintivo e vitale di Venezia, unisce e separa, percorre le piccole fessure tra i palazzi, abbracciando le 124 isolette che la compongono. E qui, il Canal Grande cinge la città come una sciarpa di seta al collo di una giovane donna in gondola.
Sono solo due i modi per spostarsi a Venezia: a piedi e in barca. Ma come si orientano tra i canali e in laguna i tanti battelli, barche e gondole? Con un sistema usato fin dal 1400, e composto da brìcole, che guidano la navigazione, indicando quali sono i canali navigabili anche in condizioni di bassa marea. Le brìcole sono bussole della navigazione, proteggendo i marinai dalla secca, e segnando il percorso attraverso le nebbie impenetrabili della laguna.
Le brìcole sono testimoni della vita che scorre a Venezia, osservatrici instancabili di quello che lì succede giorno dopo giorno, quando il sole splende e quando la nebbia copre con le sue ali i palazzi maestosi. Guardare attraverso una brìcola è come leggere un bel romanzo… È per questo che mi piacciono le brìcole, e un po’ le invidio.